Cover U 9 – CineConcerto delle RanestRane

Emozioni al Teatro Europa con il CineConcerto delle RanestRane

Sabato 14 maggio si è tenuta la nona edizione di Cover U, rassegna musicale organizzata annualmente dall’Associazione Culturale Inversione a U.

E’ stata definita una special edition per diversi motivi. Innanzitutto per il gruppo ospitato: le RanestRane. Si tratta di un band internazionale con un progetto originale e cioè quello di realizzare album in perfetta sincronia con le immagini di un film che interagisce con la musica dando vita ad un cineconcerto. Un gruppo molto apprezzato negli ambienti prog italiani ed europei.
Proprio per rappresentare al meglio l’effetto cinema e concerto si è scelto una location alternativa alla piazza e cioè il Teatro Europa di Aprilia, novità assoluta per questa manifestazione (speciale anche per questo). Tutto si è svolto alla perfezione. Dalla significativa coreografia con i quadri esposti dall’Arte Mediterranea (apprezzato molto anche il quadro che il maestro Antonio De Waure ha regalato alla band) e da una simpatica riproduzione del computer parlante Hal che ha accolto il pubblico in teatro alla esibizione dei Temporas della scuola di musica Amadeus che hanno aperto egregiamente Cover U con una performance molto gradita dai presenti. Dopo i doverosi ringraziamenti rivolti a chi a vario titolo ha contribuito a realizzare questo evento ma anche al pubblico venuto da fuori Regione e quello di Aprilia che si è incuriosito dalla particolarità della proposta si è aperto il sipario e sono andate in scena 2 ore abbondanti di musica, immagini e parole davvero suggestive ed emozionanti.
Ci si aspettava un inizio con l’ultimo album realizzato dalla band (HAL) e invece la scelta dell’overture è stata affidata al brano “Incubo” da Shining. Si sono voluti proporre i primi due lavori per descrivere al meglio il tema dello spettacolo: Il sogno. Sogni che a volte sono incubi, premonitori di sventure. Così Lucy nel film Nosferatu il Vampiro è preoccupata dal viaggio del suo Jonathan che le dice “Passerà presto amore mio”. I due album si intrecciano tra loro alternandosi: Incubo – Passerà Presto – Via da Wismar – Il Labirinto – L’ultimo Incontro. Tutto contraddistinto da sublime melodie (dove spicca il piano di Riccardo Romano) soprattutto in quest’ultimo brano dove regna un romanticismo di altri tempi sospeso però tra l’amore e il dramma.
Tutto questo è ben rappresentato dalle RanestRane e il pubblico avverte il contrasto nell’armonia creata dalla musica e l’asprezza delle immagini. La canzone Redrum sempre da Shining “spezza” la melodia. Qui il ritmo incalza e la musica segue la pazzia di Jack ormai in delirio totale, incubo dei suoi familiari. L’effetto dirompente dei brani proposti si placa quando viene annunciata la suite SEMI prima canzone di A SPACE ODISSEY – MONOLITH. Irrompe in teatro la voce di Steve Hogarth cantante dei Marillion che insieme al chitarrista Steve Rothery hanno impreziosito l’album con una collaborazione unica ed esclusiva. Siamo dentro l’inizio del film “l’alba dell’uomo”. Dalla prima forma di intelligenza fino alla conquista dello spazio. I sogni non si fermano mai. La musica è in perfetto stile progressive e la famosa scena del lancio dell’osso rappresenta nel miglior modo possibile cosa significhi suonare in sincronia e descrive alla perfezione il progetto delle RanestRane. Il viaggio spaziale prende una pausa perché in omaggio alla manifestazione le RanestRane propongono una cover e precisamente eseguono la canzone Mercy Street di Peter Gabriel. Una versione affascinante con il basso di Maurizio Meo in evidenza.
Sarà l’effetto teatro ma la band ha deciso di dividere il concerto in due parti e dunque si chiude il sipario. Piccola pausa e si riparte da quello che può sembrare un inizio. Il tema dello spettacolo è il sogno e qui il protagonista è un computer talmente perfetto da voler somigliare al suo creatore non solo nelle funzioni ma anche nelle emozioni. Si riparte con l’esecuzione integrale dell’ultimo album: A SPACE ODISSEY – HAL. Un lavoro spettacolare! Si passa da brani energici come Discovery One a delle splendide melodie come nella canzone “Freddo al Cuore” che ospita un assolo di chitarra perfettamente eseguito da Massimo Pomo in perfetto stile Marillion. Hal è il protagonista è interviene spesso nella musica. Dopo la passeggiata nello spazio “Spacewalk” per sostituire un elemento segnalato in avaria (primo sintomo di malfunzionamento del computer) la musica e le immagini si legano in un crescendo di suoni. La sfida tra uomo e computer è iniziata mentre la navicella vola verso Giove. Quando le RanestRane per la scena nella quale Hal disperde l’astronauta Frank Poole nello spazio usano lo stesso tema musicale del lancio dell’osso si può pensare che forse si è voluto sottolineare che l’evoluzione e il progresso a volte si ritorcono contro lo stesso uomo che l’ha generato.
La situazione degenera, la musica cresce e descrive i momenti concitati di David Bowman che si trova ormai solo a fronteggiare il computer disperso nell’universo. “Buio intorno” è la splendida canzone da pelle d’oca che descrive il momento finale. Tutto si placa e si rinvia al terzo capitolo. Ma l’album non è finito. C’è ancora la canzone in stile Genesis anni 80 “Computer Malfunction” che ripercorre all’indietro (riavvolge il nastro) la storia fino a qui raccontata. Fine di questo viaggio e applauso più che convinto del pubblico in sala per rendere omaggio a quanto visto ed ascoltato. Arrivati a questo punto Daniele Pomo voce e batteria della band illustra un altro esempio di sogno: nella cover LindBergh di Ivano Fossati si parla della figura del volatore, artista dell’aria e sognatore. Altro brano suggestivo e omaggio a Cover U.
Per il gran finale ritorniamo nello spazio con l’esecuzione di Materna Luna e Monolith. Anche senza il 3D abbiamo avuto l’impressione di viaggiare … magari non nello spazio ma dentro un quadro… in un palco di un teatro… dove la miglior band italiana del momento ha tenuto un concerto straordinario!

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