IL CARRO ARMATO CONTESO
IL CARRO ARMATO CONTESO
Piana delle Orme è un luogo meraviglioso: un parco-museo situato a Borgo Faiti in Provincia di Latina tra i più grandi d’Italia nel suo genere. Qui ogni oggetto collezionato è valorizzato al massimo perché situato in un contesto storico curato nei minimi dettagli fatto di spazi con aree tematiche distinte arricchite da scenari che ne costituiscono una cornice suggestiva ed emozionante. Un lavoro accurato fatto con pazienza e soprattutto con passione: tutto questo è evidente ad ogni passo all’interno del parco. Se anche il più piccolo oggetto è stato valorizzato nel museo figuriamoci cosa si è potuto fare con il carro armato Sherman DD (duplex drive). Questo residuato bellico ha una storia…che a quanto pare non è ancora finita! Esistono al mondo solo tre carri di questa specie così particolare (un carro “anfibio” che aveva possibilità di galleggiamento durante le operazioni di sbarco): uno si trova in Normandia-Francia, uno si trova nel Regno Unito e uno si trova a Piana delle Orme! Lo Sherman si trovava in Italia nel 1944 nella zona di Battipaglia per le operazioni di addestramento in preparazione dello sbarco in Normandia. Durante una manovra sbagliata il carro affondò in mare e lì rimase per tanti anni. Dopo l’avvistamento da parte di sub del posto e dopo un tentativo di recupero fallito dalle forze americane il carro tornò in superficie grazie al Museo Piana delle Orme e al suo fondatore il Sig. Mariano De Pasquale. L’operazione fu eseguita con tutte le autorizzazioni del caso, con il via libera della Sopraintendenza e di tutte le istituzioni coinvolte. Il carro fu recuperato il 18 maggio 2002, fu portato al museo il quale investì ingenti somme di denaro per il suo restauro e la sua manutenzione fino addirittura a renderlo funzionante. Il carro oggi rappresenta per il museo un pezzo tra i più ammirati dell’intera esposizione. Dopo vari anni dal suo recupero lo Stato Italiano si è accorto che in realtà lo Sherman DD è un bene di particolare interesse storico culturale e ne ha reclamato la restituzione. Il Tribunale di Roma si è pronunciato su istanza dei Beni Culturali e ne ha disposto il trasferimento allo Stato Italiano non riconoscendo peraltro al Museo nessun tipo di risarcimento o indennità per i costi sostenuti. Ora è partita una petizione indirizzata al Ministro On. Dario Franceschini per l’assegnazione del carro a Piana delle Orme, per non farlo muovere dalla sua attuale collocazione.
Questa è la storia dello Sherman “italiano” e ciascuno può farsi le proprie idee al riguardo.
Ammetto che questa vicenda mi ha colpito forse anche per le mie piccole esperienze nel mondo dell’associazionismo che mi hanno fatto conoscere persone che con passione e dedizione dedicano il loro tempo alla ricerca e conservazione della memoria storica integrando ma forse è il caso di dire sostituendosi alle istituzioni preposte spesso distratte se non del tutto assenti. Ci sono tanti esempi soprattutto nel nostro territorio. Le persone di cui parlo probabilmente sono le stesse che a Salerno reclamano giustamente un oggetto importante trovato nel loro territorio.
Gli interrogativi spontanei che comunque vengono in mente sono almeno tre:
Se l’azione di recupero americana avesse avuto successo lo Stato Italiano avrebbe intrapreso ugualmente un azione per reclamare l’attribuzione del carro?
Se non ci fosse stata l’iniziativa del Museo Piana delle Orme siamo sicuri che il carro non starebbe ancora nelle profondità marine?
E soprattutto c’è un posto migliore di Piana delle Orme per conservare e valorizzare lo Sherman? Che sia più adatto, qualificato e organizzato?
Sarebbe stato normale che dopo l’avvistamento le istituzioni avessero provveduto al recupero del mezzo e alla sua collocazione in un museo pubblico. Ciò non è avvenuto e sorvolo sull’analisi dei motivi e sui perché queste cose generalmente non accadono; c’è stato bisogno di un’iniziativa privata per far emergere il carro dopo 58 anni. C’è stato bisogno ancora una volta del coraggio, della voglia di fare di normali cittadini che grazie alla loro passione, a volte sono vere e proprie missioni di una vita, intraprendono avventure poi utile a tutta la collettività. Proprio per questo io temo che se lo Sherman si allontanerà da Piana delle Orme direzione Salerno si allontanerà da molte persone anche un po’ di quello spirito di iniziativa ed entusiasmo.
Andrea Sadocco Aprilia lì, 30.10.2016