Salviamo Turtle House

La casa a Bangkok di Tiziano Terzani

La casa dove Tiziano Terzani aveva stabilito la base per i viaggi nella sua Asia tra il 90 e il 94 sta per essere

 

venduta ad un imprenditore tailandese che intende demolirla per erigere un altro anonimo condominio in vetro e cemento, privo di identità, sulle macerie di un ingombrante passato.
Solo 20 anni fa il quartiere di Sukhumvit era tutto così, ugualmente splendido, fatto di case in perfetto stile thai, in legno e con giardino tropicale che già da solo bastava a confortare la vista e lo spirito. Ora è rimasta solo lei, la TURTLE HOUSE, come era stata battezzata dal grande giornalista Tiziano Terzani che per un periodo l’aveva abitata ed in cui aveva ricevuto ministri, politici, giornalisti, diplomatici, fotografi, amici da tutto il mondo accolti dalla magia di quell’oasi di pace. Lì aveva trovato l’ispirazione e la necessaria tranquillità per scrivere capolavori come “un indovino mi disse” e “buonanotte signor Lenin” ed è lì cha ancora oggi abita il suo giardiniere Kamsing. Il nome della casa è ancora quello, anche se la tartaruga che l’aveva ispirato non nuota più nel laghetto del suo giardino: è stata portata via, sembra in uno zoo, in vista dell’annunciato abbattimento. Il progresso avanza e fa scempio di storia, di cultura, di natura, di armonia. Il cemento copre e cancella tutto nell’indifferenza che gli serve da collante.
Teresa Pisanò ha lanciato una petizione per salvare quella casa che moltissimi lettori di quello che è stato uno dei più grandi corrispondenti dall’Asia, scrittore, viaggiatore, messaggero di pace, sognano di andare a visitare per rivivere lì le emozioni provate leggendo i suoi articoli o i suoi libri o ascoltando le sue parole. Chi ha letto l’indovino non può non essersi affezionato indelebilmente a quel luogo che non era semplicemente una casa, ma rappresentava l’esotico, il viaggio, l’avventura e ora potrebbe scomparire distruggendo per sempre la testimonianza di una parte della vita e dell’opera di un grande scrittore del 900. Milioni di lettori vivrebbero una delle emozioni più importanti della loro vita potendo leggere pagine di quel libro nel luogo stesso dove è stato scritto.
Museo o condominio? Il paragone è inaccettabile. Andrebbe bene anche una sorta di resort per vacanzieri interessati, un luogo per ristorare l’anima nel caos di Bangkok, ma un’ingordigia distruttiva no! Turtle House non è solo una casa: è un simbolo; e non riguarda solo il passato del grande scrittore fiorentino, ma rappresenta un pezzo di arte, un tipo di architettura, un po’ di cultura, un periodo di storia che non possono e non devono essere cancellati. Il mondo senza sarebbe semplicemente più povero.

Fabio Petra 10.04.2017

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